A giudicare dalle chiavi di ricerca che conducono a questo sito («perizia calligrafica testamento olografo costo», «perizia calligrafica costo», «quanto costa fare una perizia calligrafica», «costo perizia calligrafica») una delle principali preoccupazioni dei clienti è, per l’appunto, il costo della cosiddetta “perizia calligrafica”.
Prima di iniziare a entrare nei dettagli vorrei rispondere con una battuta.
Una “perizia calligrafica”, in prima istanza, non costa niente. È sufficiente infatti prendere un appuntamento presso il mio studio, valutare insieme il materiale in verifica e in comparazione, considerare la migliore strategia processuale, decidere il da farsi e, solo successivamente, concordare un preventivo che soddisfi sia il cliente che il professionista, e che il cliente sarà ovviamente libero di rifiutare, senza costi e senza impegni.
Anzitutto chiariamo cosa si intenda per “perizia calligrafica”.
La perizia calligrafica (anche detta “perizia grafica”, “perizia grafologica”, “perizia grafotecnica” e chi più ne ha più ne metta) in realtà si chiamerebbe, più prosaicamente, “analisi e comparazione della scrittura”.
Al di là della denominazione ciò che è importante sapere è che questa etichetta racchiude prestazioni professionali assai diverse, ed è per questo che difficilmente troverete su Internet la risposta a “quanto costa una perizia calligrafica”.
Per capire la complessità nascosta dietro la semplice etichetta di “perizia calligrafica”, distinguiamo in primo luogo due ambiti, quello civile e quello penale.
In ambito civile a un grafologo possono essere richiesti: (1) il parere preliminare o “parere pro veritate”; (2) la CTU, o consulenza tecnica di parte; (3) la consulenza stragiudiziale; (4) la CTU, o consulenza tecnica d’ufficio.
Il parere preliminare, o parere pro veritate, è quello che viene richiesto, tipicamente, prima che sia stata istituita una causa.
Un esempio può essere quello di un testamento a vostro sfavore che è stato pubblicato e che siete indecisi se impugnare o meno, in quanto sospettate sia un falso. In caso di esito (per voi) positivo, qualora decidiate di impugnare il testamento, il parere pro veritate servirà a dare impulso alla causa, ma potrà essere utile anche in fase di transazione, per far valere le vostre ragioni, e in fase di causa (in quanto sarà stato tempestivamente depositato nel fascicolo, e potrà quindi essere visionato dal Giudice e dal CTU).
Il parere preliminare è la “perizia calligrafica” più importante, in quanto orienta il giudizio fin dalle prime battute e finisce per influenzare il corso degli eventi (ad esempio, se vi sarà o meno una causa). A questo proposito è importante chiarire due punti.
Qualora il parere preliminare abbia per voi esito “negativo” ciò non implica che avrete investito male i vostri soldi. Al contrario, avrete risparmiato le spese di causa (consulenti, avvocati, tasse e contributi vari, nonché il pagamento delle spese processuali qualora il giudice le ponga a vostro carico) e ovviamente stress e tempo. Se il consulente che scegliete in questa fase è coscienzioso, scoraggiarvi dall’intraprendere una causa (persa) è quanto di meglio vi possa capitare.
In secondo luogo dobbiamo tener presente che quando si parla di parere preliminare non si sta dicendo che si tratta di un «parere di massima» (una confusione che può sorgere facilmente) ma che il parere è preliminare rispetto alle altre eventuali fasi processuali. Parere preliminare quindi, non vuol dire parere superficiale. Al contrario il parere preliminare, come accennavo prima, è la “perizia calligrafica” più importante di tutte, in quanto dal suo esito dipenderà (in una certa misura) se il cliente si imbarcherà o meno in una causa.
Parleremo delle altre “perizie” nei prossimi articoli. Per ora rispondiamo alla domanda da cui nasce il post: quanto costa un parere pro veritate?
La risposta è semplice: dipende. Dal momento che si tratta di un libero accordo tra un professionista e un cliente, e dal momento che nella nostra professione non ci sono né minimi né massimi tariffari, tutto dipende dalla libera contrattazione tra committente e cliente, che dipenderà da vari fattori: valore della causa, impegno richiesto al consulente, grado di giudizio, tribunale di appartenenza, e altro ancora. Il suggerimento, quindi, è sempre lo stesso.
Prendete un appuntamento gratuito, valutate la professionalità del professionista che avete di fronte, utilizzate l’occasione per conoscerlo meglio (e per farvi conoscere), vagliate con il suo aiuto le varie opzioni e i possibili corsi d’azione, e concordate un preventivo che sia di vostro gradimento. Ricordate che il parere pro veritate è l’asse portante su cui si basa una causa. Scegliete con cura e giudizio perché dalla posa del primo mattone potrebbe dipendere l’esito di tutto l’edificio.
(Nei prossimi articoli parleremo degli altri tipi di consulenza, sia in ambito civile che penale).