FRANCESCO RENDE

Il disturbo da deficit d’attenzione e la grafologia

[Il presente articolo è di natura interdisciplinare in quanto riguarda sia la grafologia che il disturbo da deficit d’attenzione (ADHD). Per questo motivo viene pubblicato sia in questa sede che su un blog che ha per oggetto l’ADHD. Per gli psicologi o psichiatri il linguaggio grafologico può apparire astruso, così come per i grafologi può apparire astruso il linguaggio psicopatologico e psichiatrico. Trovandomi a metà tra questi due mondi ho cercato di esemplificare tutti i segni grafologici citati con apposite figure che non dovrebbero lasciare spazio ad equivoci o ambiguità. Rimando in ogni caso, per qualsiasi chiarimento, a Nazzareno Palaferri, L’indagine grafologica e il metodo morettiano (o, in rispettoso subordine, al mio divulgativo 101 modi per interpretare la tua scrittura e quella degli altri). Per i concetti di ordine medico, psicologico o psichiatrico mi sono invece limitato a fornire dei link a Wikipedia inglese, sperando in tal modo che l’articolo risulti leggibile sia ai professionisti che operano in un settore sia a quelli che operano nell’altro. Mi auguro che l’articolo costituisca anche uno stimolo per una ricerca più ampia, che coinvolga un numero maggiore di soggetti – in questo caso ci limitiamo a un single-case study – e che abbia come oggetto la seguente ipotesi, che ha guidato anche la stesura del presente articolo: i farmaci stimolanti nei pazienti ADHD hanno un effetto positivo anche sulla leggibilità e scorrevolezza della scrittura? Per informazioni in merito alla ricerca contattatemi pure via mail].

Quest’estate mi è capito di rileggere uno dei libri di Daniel Amen, esperto di fama mondiale sulla patologia neuropsichiatrica nota come disturbo da deficit d’attenzione. In Change your brain, Change your life viene riportata la scrittura di un ragazzo di 14 anni prima e dopo l’assunzione di uno stimolante (Amen non specifica quale; gli stimolanti sono considerati il trattamento d’elezione per il disturbo da deficit d’attenzione sia in infanzia che in età adulta). Amen non sa nulla di grafologia ma sa che molti bambini con ADHD sono disgrafici e non poteva non notare come la disgrafia migliorasse significativamente prima (X1) e dopo (X2) l’assunzione del farmaco.

figura 1

Il cambiamento è impressionante. La scrittura, dopo il farmaco, da Stentata che era diventa addirittura Fluida. Si noti come migliori il grado coesione interletterale, ma soprattutto il tratto, che risulta netto e incisivo dopo il trattamento, tremolante e incerto prima. In X2 non abbiamo più il vistoso Riccio flemma sulla e di name (cerchio verde) indice, se non altro, di una canalizzazione delle energie non ottimale, e nemmeno quel brutto Riccio dell’ammanieramento sulla vezzosa n della stessa parola (cerchio rosso), che rappresenta il desiderio di “darsi un tono” (tratti narcisistici nei soggetti ADHD, sono piuttosto frequenti e hanno un chiaro valore compensatorio).

figura 2La ghirlanda acuta e quasi seghettata della m di name in X1 (cerchio azzurro), che presenta anche una vistosa caduta di calibro (conseguenza forse del momento di “forzatura” della n vezzosa, di cui abbiamo detto sopra), nonché un gramma di troppo (indice di scarso controllo motorio), lascia il posto ad una ghirlanda semi-angolosa ma comunque agile, fluida e ben modulata. Il miglioramento nella gestualità grafomotoria è netto, così come la maggiore sicurezza e fiducia in se stesso che trapela dalla seconda scrittura.

figura 3Il Riccio della  flemma è presente infatti in X1 anche nella s in cui c’è un tratto che muove in vezione basso (cerchio giallo) che viene sostituito in X2 da un tratto che muove con slancio verso l’alto, a dimostrazione che l’energia non solo è adeguata, ma il soggetto può anche permettersi di dissiparla con tratti in eccesso, non previsti dal modello scolastico.

figura 4Simile la dinamica che si verifica nella y di my e nella y di Tommy (cerchio viola). In X1 la y di my non viene chiusa, in quanto ciò richiederebbe uno sforzo che il soggetto dopo una y così tremolante non riesce a concedersi, mentre nella y di X2 la lettera viene completata senza problemi, in un modo che potremmo definire persino elegante (si noti la bella asola piena, indice di energia ben canalizzata). Lo stesso accade nella seconda y, quella di Tommy. In X1 abbiamo un gesto fiacco che muove pigramente verso il basso (anche in questo caso non è sbagliato vedervi un Riccio della flemma, per quanto sui generis). In X2 viene sostituito con un agile collegamento che muove verso alto-destra. Il soggetto ha vergato un’intera frase ma ha ancora energie da spendere e non è in debito d’ossigeno.

figura 5È significativo notare come anche la punteggiatura cambi dal punto di vista pressorio- qualitativo. In X1 è il punto finale è incerto, in X2 è netto e incisivo. Lo stesso accade per la virgola dopo Hello (cerchio blu).

figura 6In X1 notiamo inoltre una discreta variabilità assiale, frutto di difficoltà nel procedere, indecisione e nervosismo. In X1 in my, nelle prime due lettere di Hello e in s c’è una contorsione (brusca oscillazione assiale) che in X2 lascia il posto a una positiva sinuosità (gli assi letterali si incrociano lontano dalla zona media)(frecce rosso-scuro). Il nervosismo è quindi scomparso come dimostrato peraltro dal contesto dei segni e in particolare dal passaggio da un rilevante grado di Stentata a un buon grado di Fluida.

figura 7In X1 quindi vi è una non omogeneità nell’inclinazione assiale per la presenza di lettere sia Pendenti (inclinate a destra) che Rovesciate (inclinate a sinistra), che manca invece in X2, in cui le lettere sono tutte inclinate a destra. Nel primo caso lo scrivente tentenna, non sa letteralmente se andare avanti o tornare indietro, nel secondo muove in maniera coerente e decisa verso destra e verso l’avanti dello spazio grafico (che in grafologia rappresenta tutto ciò che è esterno al soggetto: l’Altro da sé, nel senso più generale del termine, ma anche il futuro, l’azione, il nuovo e il diverso).

È interessante notare che, come spesso accade, la non omogeneità dell’inclinazione porta con sé anche la non omogeneità del calibro, ovvero delle dimensioni verticali delle lettere della zona media. In X1 c’è un’oscillazione non armonica, con il calibro che passa da grande (in Hello) a piccolo o molto piccolo (la m di name e il gruppo ny di Tony). In X2 viene fuori addirittura il Diseguale metodico, uno dei segni più positivi della grafologia morettiana (che comporta variazioni armoniche e metodiche nel calibro). Questo ci dice che Tommy, con l’aiuto del farmaco, riesce a fare un uso migliore della sua creatività: siamo passati dalla fantasticheria (i compulsivi sogni ad occhi aperti tipici dei soggetti ADHD) all’immaginazione, la capacità di mettere in pratica le proprie intuizioni.

figura 10figura 10Si noti in X2 anche la buona modulazione del Largo tra lettere, con gli agili collegamenti tra le lettere della parola Hello che muovono rapidamente e con decisione verso la lettera successiva. Particolarmente bello il tratto di penna con cui lo scrivente lega la H, la e e la l, riuscendo in maniera ingegnosa a evitare la sosta necessaria ad apporre il tratto orizzontale della H maiuscola (cerchio verde chiaro).

figura 11Non possiamo citare tutte le differenze tra X1 e X2, che sono veramente molte e significative, ma dobbiamo per forza sottolinearne una. E in particolare il segno Intozzata II modo che risulta di grado elevato nella prima scrittura, e quasi assente nella seconda (qualche accenno solo nella a di name e nella m di Tommy). Il segno grafologico in questione si manifesta con spasmi pressori indici di un’emotività esagerata ed è, ad esempio, particolarmente evidente nella o di Hello in X1 (cerchio giallo), che presenta anche una vistosa apertura a capo, indice in questo contesto di influenzabilità per mancanza di tensione del grafismo. L’impressionabilità di X1 lascia quindi il posto il posto a una scrittura molto più “pulita” in X2 a riprova del fatto che l’emotività è ora sotto il controllo della razionalità.

figura 12 Va detto che Tommy ha comunque sia un buon Largo tra parole (sia in X1 che in X2) che il segno Contorta (in X1) ed entrambi costituiscono un freno all’impulsività del Disordinata e del Trasandata. In X1 tuttavia, dato il contesto negativo dei segni e la giovane età dello scrivente, il Largo tra parole indica più tendenza al rimuginio e sensazione di isolamento che non capacità previsionale. In X2 l’autocontrollo risulta invece spontaneo, e non è più frutto di auto-coercizione ma di tranquillità d’animo. La scrittura X1 più che impulsiva senza riserve appare piuttosto tormentata, distorta, rattrappita, angosciata. È la fenomenologia dello Stentata, con la conseguente rabbia da frustrazione e gli improvvisi scatti di collera.

basal gangliaSi deve notare a questo proposito come Amen distingua tra diversi tipi di ADHD a seconda delle aree cerebrali coinvolte. L’esempio di Tommy viene portato come esempio di ipofunzionamento dei gangli della base, ovvero di ADHD classico (Amen 1998, pp. 84-85): «Il controllo della motricità fine è un’altra delle funzioni dei gangli della base ed è essenziale per la scrittura e la coordinazione motoria […] Molti adulti e bambini affetti da ADHD hanno delle capacità di manoscrittura molto scarse e per loro scrivere è difficile e spesso molto stressante. La loro scrittura può apparire agitata e trasandata e per questo molti e adolescenti e adulti affetti da ADHD preferiscono scrivere in script piuttosto che in corsivo. Trovano che scrivere in stampatello sia più semplice in quanto non richiede un movimento motorio continuo e fluido ma piuttosto  “a strappi e a singhiozzo”. Molti pazienti con ADHD si lamentano inoltre di non riuscire a mettere su carta quello che gli passa per la testa, una condizione nota come agnosia (è come se le loro dita non riuscissero a comunicare con il cervello). Sappiamo che i farmaci che sono utili per il trattamento dell’ADHD, stimolanti come Ritalin, Dexedrine e Adderall, funzionano perché stimolano la produzione del neurotrasmettitore dopamina nei gangli della base. Questi farmaci, a loro volta, possono migliorare in modo stupefecante la scrittura e la capacità di mettere i propri pensieri su carta. Inoltre molti pazienti con ADHD affermano che, in seguito al trattamento farmacologico, la loro coordinazione motoria migliora significativamente».

La lettura di questo passo è molto interessante nella misura in cui Amen, uno psichiatra, si rende perfettamente conto che le difficoltà di coordinazione motoria non possono non riiflettersi nella scrittura essendo appunto, la scrittura, nient’altro che un atto motorio (ancorché eccezionalmente complesso). Qualsiasi cosa migliori la coordinazione motoria (e in particolare la motricità fine) non può quindi che migliorare, di conseguenza, la scrittura. Similmente un maggiore controllo sul gesto scrittorio implica necessariamente, per converso, una maggiore capacità di controllo sui propri movimenti e di conseguenza sulle proprie azioni.

Nella scrittura X1 questo controllo non c’è o c’è solo in parte. Lo Stentato a livello ideativo concepisce engrammi letterali che però non riesce a tradurre sulla carta per la presenza di impulsi contrastanti (che qui si manifestano a livello grafico con «interruzioni di circa 1 mm, inceppamenti del tracciato, improvvisi spasmi o congestioni della pressione, tratti e lettere che si distorcono in maniera contratta e sofferta, tremolii e seghettature» (Nazzareno Palaferri, Dizionario grafologico morettiano, Libreria G. Moretti, Urbino 2001, pp. 270-273).

In X2 finalmente Tommy, per quanto con un ausilio farmacologico, riesce finalmente a produrre le rappresentazioni letterali che ha in mente, e quello che vuole coincide con quello che riesce a fare. La differenza, come direbbe Amen, è stupefacente.